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L’industria della canna da zucchero in Malawi è direttamente collegata al land grabbing, che ha portato allo sfollamento delle comunità locali. Nel 2009 il governo del Malawi ha iniziato a promuovere l’agricoltura commerciale e a sostenere l’acquisizione di terreni per conto di investitori interessati a condurre un’agricoltura su larga scala. L’idea è stata quella di incoraggiare gli agricoltori locali a trasformare il loro raccolto storico, basato su riso e manioca, con piantagioni di canna da zucchero, vendendo il prodotto a grandi fabbriche di raffinazione dello zucchero, come quella di Dwangwa, gestita dall’azienda sudafricana Illovo. Il problema è che l’economia della produzione di zucchero, con la sua alta domanda di irrigazione e altri input, si presta solo a grandi appezzamenti. La maggior parte degli agricoltori del Malawi gestendo appezzamenti di meno di un ettaro, sono costretti a cedere i propri terreni o in alternativa a sostenere costi elevati per la produzione delle piantagioni, obbligati a vendere il prodotto all’Azienda Illovo, a prezzi sotto forma di monopolio. L’iniezione di denaro esterno del Governo è stato quindi un incentivo per i ricchi capi locali che hanno usato il loro potere per accaparrarsi la terra dai membri delle loro comunità e venderla agli investitori. Questo è diventato un grosso problema poiché intere comunità, perdendo la loro terra, hanno perso il loro sostentamento. Illovo Sugar Malawi è l’unico produttore di zucchero del paese con oltre il 60% delle vendite totali di zucchero vendute ai consumatori nazionali e ai mercati industriali e il resto esportato verso mercati preferenziali nell’UE e negli Stati Uniti. Le piantagioni di Illovo sugar Malawi, a Dwangwa, coprono un’area di 13.300 ettari. Insieme ai piccoli agricoltori rimasti, ha la capacità di produrre ogni anno 2,4 milioni di tonnellate di canna da zucchero. Oggi, Illovo Sugar Ltd. è il più grande produttore di zucchero in Africa (e quello a minor costo a livello mondiale) con ampie risorse agricole e manifatturiere in sei paesi sudafricani. Pur essendo sudafricana, è in realtà di proprietà della Associated British Foods (secondo produttore di zucchero al mondo) che possiede il 51% del pacchetto azionario della compagnia. (testo di Luca Catalano Gonzaga).