Articolo “Land for sugarcane” sulla rivista italiana “Africa”. L’industria della canna da zucchero in Malawi è direttamente collegata alla caccia alle terre, che ha portato allo spostamento delle comunità locali. Il governo del Malawi ha iniziato a promuovere l’agricoltura commerciale e a sostenere l’acquisizione di terreni per conto degli investitori interessati a condurre agricoltura su larga scala. L’obiettivo era quello di incoraggiare i contadini locali a sostituire la tradizionale coltivazione di riso e cassava con piantagioni di canna da zucchero e vendere il loro raccolto alle grandi raffinerie di zucchero. Il problema è che la produzione di zucchero, con la sua elevata richiesta di irrigazione e altri input, richiede solo grandi appezzamenti di terreno. La maggior parte degli agricoltori del Malawi, che gestiscono campi di meno di un ettaro, sono costretti a cedere la loro terra o, in alternativa, a incorrere in costi elevati per la coltivazione delle loro piantagioni. Infine, la produzione di cacao comporta gravi problemi ambientali. Una grande parte delle colture proviene da appezzamenti coltivati illegalmente, porzioni di foresta teoricamente protette e che invece sono state appositamente deforestate.